PROTESI MINI-INVASIVE
Chirurgia mini-invasiva e protesi: quali sono i vantaggi
Mediante questa recente tecnica è possibile, attraverso una piccola incisione cutanea (circa 7 cm contro i 15 cm tradizionali) il posizionamento della protesi senza danneggiare nessun tendine o muscolo.
La sostituzione dell’articolazione dell’anca è un intervento che permette il recupero di una ottima qualità di vita e la scomparsa del dolore. Nuovi progressi consentono l’uso di tecniche mini-invasive per eseguire questa procedura con notevoli vantaggi rispetto alla procedura tradizionale.
Ho iniziato ad utilizzare l’accesso mini-invasivo all’anca dal 2006, eseguendo varie vie d’accesso e perfezionando – con modifiche personali – la via d’accesso postero laterale che tuttora è la principale via di accesso all’anca.
Del resto, il 70% per cento dei chirurghi mondiali che si interessano specificamente di anca, al momento usa questa via chirurgica.
Da qualche tempo, sulla stampa non specializzata, viene pubblicizzata la via d’accesso anteriore come accesso rivoluzionario.
Questa non è certo una via innovativa né una tecnica priva di complicanze: l’ho usata già da qualche tempo, in casi selezionati – e credo che debba far parte del bagaglio culturale di un ortopedico – ma non deve essere utilizzata come via d’accesso unica nella chirurgia protesica d’anca.
Gli accessi mini-invasivi presentano diversi vantaggi:
- dolore quasi assente nei giorni successivi all’intervento
- cicatrice piccola
- rapida ripresa del lavoro e dell’attività fisica
- pericolo di lussazione ridotto
- conservazione delle strutture anatomiche fondamentali per una buona biomeccanica e quindi ottima “sensazione” di sicurezza dopo l’intervento
- riduzione delle perdite di sangue
Tutto questo porta a rendere molto più “leggero” un intervento impegnativo come la protesi d’anca e ad avere un rapido recupero dopo l’intervento (circa il 30-40% dei pazienti può abbandonare le stampelle dopo 4 giorni dall’intervento).
Prima di eseguire un intervento di protesi d’anca è necessario eseguire una pianificazione molto accurata allo scopo di valutarne le difficoltà, scegliere il tipo di protesi e il tipo di accoppiamento dei biomateriali, le taglie, i materiali e ottimizzare il posizionamento per ripristinare la geometria ideale.
Al di là delle incisioni più o meno piccole, dobbiamo sottolineare che la qualità dei risultati e la sopravvivenza delle componenti protesiche a lungo termine sono dovute soprattutto all’accuratezza nel posizionamento delle componenti protesiche ed alla scelta dei biomateriali di ultima generazione, uniti allo sviluppo di una tecnica chirurgica altamente rispettosa dei tessuti corporei.