MEDICINA RIGENERATIVA
L’utilizzo di concentrati piastrinici (PRP) nelle tendinopatie e nelle lesioni muscolari
Le tendinopatie croniche sono un problema comune per pazienti la cui attività richiede movimenti ripetitivi. Campioni istologici provenienti da tendiniti croniche hanno confermato che non si tratta di una condizione infiammatoria acuta, ma piuttosto un fallimento della riparazione tendinea associato a degenerazione angiofibroblastica. La causa è probabilmente una combinazione tra uso intensivo (i cosiddetti microtraumi ripetuti) e un’anomala risposta microvascolare con conseguente ridotto flusso di sangue al tendine; la ridotta vascolarizzazione riduce l’apporto di ossigeno e nutrienti, rallentando i processi riparativi e favorendo quelli degenerativi. In questi casi non si verifica un’adeguata risposta infiammatoria e la malattia tende a cronicizzare. L’istopatologia delle tendinopatie croniche ha dimostrato l’assenza di cellule infiammatorie normalmente presenti nelle patologie acute e una degenerazione del tessuto tendineo in tessuto angiofibroblastico. L’obiettivo del trattamento prevede, quindi, dapprima di interrompere e, quindi, di invertire il processo di degenerazione del tessuto che è alla base della patologia. Questo è possibile solo attraverso la proliferazione dei fibroblasti nell’area affetta, la promozione dell’angiogenesi e l’apposizione di nuovo collagene. L’attenzione è ricaduta, di recente, sui fattori di crescita coinvolti, in vivo, nelle diverse fasi di riparazione; tali fattori sembrerebbero avere un ruolo chiave proprio nelle fasi più precoci del processo riparativo, caratterizzate da un’intensa proliferazione di cellule destinate a differenziarsi in tenociti (cellule del tendine). Il razionale di utilizzo di questa metodica è da ricercarsi nel fatto che, nei granuli alfa delle piastrine sono contenuti dei fattori di crescita in grado di stimolare la rigenerazione tissutale, sia con un effetto sulla replicazione cellulare, che sulla differenziazione cellulare stessa, a partire da cellule mesenchimali. Tra essi il TGF- (Transforming Growth Factor beta) , il VEGF β (Vascular Endothelial Growth Factor) principale responsabile dell’angiogenesi e il PDGF (Platelet Derived Growth Factor) che riveste sicuramente un ruolo primario in quanto è in grado di agire anche a livello delle cellule staminali indifferenziate, favorendone la moltiplicazione. Il microambiente tissutale (tessuti cutanei, tendinei od ossei, ad esempio) determina poi la differenziazione fenotipica. Sulla base di tali considerazioni, si è pensato di verificare i potenziali effetti sulla riparazione tendinea dei fattori di crescita piastrinici. Vi sono infatti tutti i presupposti validi per la possibilità di accelerare il processo di riparazione e poter effettuare una mobilizzazione attiva e passiva quanto più precoce possibile.
Indicazioni
- Tendiniti croniche del tendine d’Achille, del tendine tibiale posteriore e del tendine rotuleo (“ginocchio del saltatore”)
- Epicondilite (“gomito del tennista”) e epitrocleite: dolorose infiammazioni dei tendini che si inseriscono sul gomito
- Fascite plantare: infiammazione cronica della fascia plantare del piede
- Tendinite ischio-crurale: muscolo-tendinopatia dell’inserzione dei muscoli ischio-crurali, situati nel retro coscia
- Pubalgia: tendinopatia dei muscoli addominali e adduttori della coscia
- Trocanterite (o periartrite dell’anca): un’infiammazione dei tendini che si inseriscono sul grande trocantere e della borsa sierosa che li ricopre
- Periartrite scapolo-omerale: infiammazione di uno o più tendini della spalla, noti nell’insieme come “cuffia dei rotatori”.
La quantità di concentrato piastrinico da iniettare dipende principalmente dalle dimensioni del tendine da trattare. Normalmente vengono iniettati 3cc di PRP in casi di epicondilite e di epitrocleite mentre tutte le altre affezioni vengono trattate con 6cc di concentrato PRP.
L’utilizzo di questa metodica si è dimostrata efficace anche nel favorire la rigenerazione delle miocellule in caso di importanti lesioni muscolari.
Post-trattamento
Nei primi giorni successivi alla procedura il paziente dovrà assumere farmaci analgesici (non antinfiammatori) e posizionare ghiaccio ad intervalli in caso di dolore. L’astensione da attività fisiche vigorose o da attività sportive dovrà essere rispettata per 4 settimane. Dopo 48 ore e per le prime 2 settimane devono essere svolti esercizi di allungamento dell’unità muscolo-tendinea trattata e dopo 2 settimane possono essere iniziati esercizi di potenziamento muscolare.