Cellule staminali iniettate per guarire le articolazioni

02/04/2013 | Il primario di Ortopedia Claudio Manzini utilizza le mesenchimiali prelevate per le patologie segenerative e per i traumi degli sportivi per una ripresa rapida.

Sono come piccole bacchette magiche capaci di ricostruire i tessuti del corpo umano danneggiato, ma non sempre possono entrare in funzione, complice una burocrazia stringente.
Il riferimento è alle cellule staminali, in queste settimane protagoniste di un acceso dibattito non solo in ambito medico, ma soprattutto all’interno dell’opinione pubblica dopo i servizi denuncia delle «Iene», trasmissione di Italia 1 sull’uso negato per curare alcune patologie degenerative infantili. In città agli Istituti Clinici Zucchi di Monza, le staminali invece sono già utilizzate liberamente per la loro capacità di sistemare danni cartilaginei alle alle articolazioni. Che queste cellule siano il futuro per la medicina rigenerativa era risaputo, ma in città non solo è presente uno degli unici laboratori italiani certificati al trattamento delle cellule (il centro «Tettamanti del San Gerardo») ma è anche possibile l’utilizzo per poter risolvere patologie degenerative e per la traumatologia dello sport. Iniziando una terapia che coinvolge le cellule mesenchimili prelevate dal tessuto osseo, adiposo o ematico è possibile, infatti, con indicazioni corrette molto specifiche, rallentare e in qualche caso far regredire i processi degenerativi articolari.

Giornale di Monza

Una possibilità che si presta particolarmente a seguito di traumi negli sportivi per accelerare i processi riparativi e far ritornare il campione di turno il prima possibile in forma perfetta. «Ho iniziato ad interessarmi di medicina rigenerativa dal 2004 in Ortopedia, utilizzando questa metodica nei vari settori, dalle riparazioni capsulo-legamentose, alle revisioni protesiche e nelle tendinopatie e sono lieto di poter mettere a disposizione dei nostri pazienti questa questa opportunità terapeutica – spiega Claudio Manzini, direttore del dipartimento di Ortopedia di via Zucchi dal Gennaio 2013 -. La metodica associata ad una corretta riabilitazione può portare in periodi variabili da alcune settimane ad alcuni mesi ad un miglioramento sensibile nelle patologie osteoarticolari».

Soddisfatto di aver incrementato i servizi e l’eccellenza del reparto grazie anche alla scelta di Manzini, si è detto Massimo Castoldi, direttore sanitario degli Istituti Clinici Zucchi: «Ancora una volta la nostra ortopedia si dimostra un polo d’eccellenza e un centro all’avanguardia che permette ai nostri pazienti di fruire delle più moderne tecnologie e terapie per curare al meglio la loro salute»