Frattura del mignolo: cosa fare
Lo sapevi che la frattura del mignolo è uno degli incidenti domestici più comuni?
Non a caso, in ambito di traumatologia ortopedica tra le fratture che coinvolgono il piede, quella al quinto dito (mignolo) è la più frequente in assoluto.
Viene anche detta “frattura da camera da letto” perché tipicamente il paziente si sveglia di notte e, al buio a piedi nudi, sbatte il mignolo contro lo spigolo della porta, del muro o contro la gamba del letto e se lo frattura. Il V dito è il più esterno (e quindi il più esposto) ed è anche il più piccolo (e quindi il più fragile): ecco perché la sua frattura è così comune.
Può fratturarsi anche per meccanismi traumatici diversi come la caduta di oggetti sul piede, ma sicuramente il meccanismo più frequente è quello di contusione-distorsione sopra descritto.
Ma non dobbiamo pensare a questo genere di frattura come ad un incidente esclusivamente di tipo domestico: anche in ambito sportivo (calcistico e non solo) le sollecitazioni e lo stress in quella zona possono causare fratture.
Frattura del mignolo: quando andare d uno specialista o in pronto soccorso?
Ma come riconoscere un mignolo fratturato? Il sintomo più evidente è chiaramente il dolore e la difficoltà a camminare, spesso associati a importante tumefazione del dito, ma anche di tutto l’avampiede, accompagnati da ematoma, rossore e “annerimento” dell’unghia.
L’importante gonfiore può portare anche a formicolii, intorpidimento e ridotta sensibilità. Non dobbiamo pensare che con mignolo fratturato non si possa camminare, anzi. Spesso ci sono casi in cui il paziente si frattura e nemmeno lo scopre perché non si reca al pronto soccorso (mi riferisco a casi di fratture minime, senza scomposizione)
In alcuni casi più gravi, la frattura causa una evidente deformazione del profilo anatomico del dito facilmente riconoscibile.
Un consiglio di massima su come comportarsi in caso si subisse questo tipo di trauma è il seguente: attendere 2-3 giorni nei quali osservare il riposo, mantenendo per quanto possibile l’arto e il piede elevati e applicando due volte al dì il ghiaccio a cicli di 20 minuti con un panno interposto (per evitare lesioni da freddo della cute).
Se dopo questi 2-3 giorni il dolore persiste importantemente, assieme a una forte tumefazione, allora consiglio di recarsi presso un pronto soccorso per poter fare la diagnosi (mediante una semplice radiografia del piede) e impostare così un trattamento adeguato, nel caso si riscontrasse una frattura.
Diverso è il caso di fratture francamente scomposte con deviazione del dito (come quella nella foto qui sotto): in questi casi consiglio di recarsi in PS al più presto per effettuare la riduzione della frattura (l’ortopedico tira e raddrizza il dito) e la sua immobilizzazione.
Come trattare una frattura del V dito del piede
Anche se nei casi meno gravi possono bastare riposo ed immobilizzazione dell’arto, in altri potrebbe essere necessario fissare il dito, legandolo con un bendaggio al quarto dito per immobilizzarlo (sindattilia).
Questa sindattilia può essere adottata sia per fratture composte, sia per fratture scomposte dopo una conveniente riduzione e deve essere mantenuta per circa 3 settimane.
Il trattamento chirurgico della frattura del mignolo è piuttosto raro e si ricorre all’operazione destinato solo a casi di fratture scomposte che non mantengono l’allineamento corretto dopo la manovra di riduzione. In tale evenienza si può procedere alla stabilizzazione dei frammenti ossei della frattura con l‘inserimento di un filo metallico (filo di Kirshner) nel dito, da rimuovere dopo circa 1 mese.