La gotta aumenta il rischio di fratture?

È ormai noto che le patologie reumatiche dell’apparato muscolo-scheletrico aumentino il rischio di fratture. Questo però non è valido per la gotta che, pur essendo una patologia infiammatoria, tuttavia non sembra essere collegata a un aumentato rischio di fratture. Lo spiega il dottor Claudio Manzini, Direttore dell’Unità Operativa di Ortopedia 1 degli Istituti Clinici Zucchi di Monza.

Come documentato in letteratura, le patologie infiammatorie reumatiche come l’artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, o l’artrite psoriasica che colpiscono le articolazioni sono strettamente collegate all’aumento del rischio di fratture a causa dell’indebolimento dell’osso dovuto a fenomeni erosivi (attivazione osteoclastica mediata dal sistema Rank/Rank-L) e alla conseguente osteoporosi. La gotta è una malattia reumatica caratterizzata da sintomi di infiammazione (artrite) quali dolore, arrossamento e gonfiore a livello articolare. Questi effetti sono causati dal deposito di cristalli di acido urico nelle articolazioni. Se in condizioni normali l’acido urico è uno dei principali antiossidanti prodotti dal nostro organismo, quando il suo livello nel sangue si mantiene elevato per lunghi periodi, come accade nella gotta, si “trasforma” in una molecola pro-infiammatoria che interferisce con i processi di rigenerazione dei tessuti e inibisce la produzione di vitamina D.

Lo studio

Sebbene si tratti di una malattia reumatica, tuttavia, nel caso della gotta, sembra non esserci alcun rapporto tra patologia e riduzione di massa e resistenza ossea, e quindi aumentato rischio di fratture. A rivelarlo, è un vasto studio condotto dalla Keele University (Inghilterra) che ha confrontato il rischio di frattura delle articolazioni più predisposte (omero, polso, vertebre, anca) nei pazienti affetti da gotta e sottoposti a terapia ipouricemizzante, con l’obiettivo di ridurre la concentrazione di acido urico nel sangue e quindi stabilizzare la malattia. Ne è emerso che la correlazione tra la fragilità ossea e gotta non sarebbe rilevante per stabilire un rapporto di causa tra questa patologia infiammatoria e il rischio di fratture. Secondo i ricercatori, questa scoperta sarebbe di fondamentale importanza specie se si considera che negli ultimi anni la diagnosi di gotta è aumentata sensibilmente, specialmente nei paesi più benestanti.

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