Legamento crociato posteriore. Quando operare?
La rottura del legamento crociato posteriore è più rara rispetto al crociato anteriore. È sempre necessaria l’operazione chirurgica?
La rottura del legamento crociato posteriore è una lesione più rara rispetto a quella del crociato anteriore, ma che può avere comunque delle fastidiose conseguenze sulla vita di tutti i giorni. In questo articolo vedremo di cosa si tratta esattamente e quando operare il legamento crociato posteriore (LCP).
Iniziamo scoprendo qualcosa in più su questo legamento.
Cosa è il legamento crociato posteriore
Il crociato posteriore (LCP) e un grosso legamento che si trova dentro al ginocchio e che, come il crociato anteriore, collega il piatto tibiale al femore. La sua posizione, come suggerisce il nome, è molto posteriore all’interno del ginocchio e, insieme al crociato anteriore formano un’immagine a “X”, da cui deriva proprio il termine crociato.
La sua funzione è come quella di un perno nell’articolazione e serve a limitare l’eccessiva traslazione posteriore della tibia.
Perché il legamento crociato posteriore si rompe meno rispetto a quello anteriore
Dobbiamo dire subito che, rispetto all’anteriore, il crociato posteriore è più robusto e si rompe generalmente per traumi più gravi rispetto alla classica distorsione di ginocchio che occorre durante l’attività sportiva.
Una curiosità. Forse non tutti sanno che il 70% delle lesioni del LCP avviene per incidenti automobilistici (tipici traumi da cruscotto o da paraurti dovuti a tamponamenti nel traffico) che portano a una eccessiva iperestensione o iperflessione e che causano spesso anche altre lesioni legamentose o meniscali concomitanti. Ed è proprio per questi motivi che si parla meno della lesione del LCP rispetto a quella del LCA.
Benché più rara, quando si verifica questa lesione spesso si associa ad altre problematiche anche più gravi e quindi il crociato non la fa da protagonista in un caso clinico più complesso. E poi anche perché interessa di più la gente “ comune” e meno gli sportivi, e quindi non troveremo quasi mai una notizia sulla Gazzetta dello Sport di un calciatore che si è rotto il crociato posteriore.
Crociato posteriore, come si cura una lesione
I sintomi di una lesione del legamento crociato posteriore sono, generalmente, dolore e difficoltà a muovere il ginocchio. Tuttavia, una lesione lieve non causa una netta instabilità articolare e si avverte maggiormente quando aumentano le sollecitazioni come la corsa o camminare in salita piuttosto che salire o scendere una rampa di scale.
Per diagnosticare con certezza l’entità della lesione, la risonanza magnetica è lo strumento ideale mentre una semplice radiografia del ginocchio può essere invece utile per individuare e valutare eventuali fratture o lesioni ossee associate
Le strade per curare una lesione del crociato posteriore sono due. E, nella maggior parte dei casi, l’intervento chirurgico non è strettamente necessario.
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La lesione del LCP si cura con un primo approccio incruento: tutore con ginocchio esteso per favorire la guarigione del legamento che potrebbe “riattaccarsi” da sé. Il paziente può generalmente ritornare alle attività sportive dopo circa 3 mesi.
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La ricostruzione chirurgica in artroscopia è la terapia che si riserva invece (discorso simile alle lesioni del LCA) ai pazienti sportivi ad alto livello con elevate richieste funzionali e ai soggetti che soffrono di una grave lassità legamentosa e quindi di una importante instabilità del ginocchio.
Comprendere le origini, l’entità della lesione e lo stile di vita del paziente rappresentano quindi le condizioni necessarie per intraprendere il percorso di cura migliore del legamento crociato posteriore.
LCP: tecnica di intervento chirurgico
La tecnica operatoria è molto simile a quella del LCA, ma qui cambia la direzione con la quale si creano i tunnel in tibia e femore che serviranno per far passare il neo-legamento. Rispetto all’operazione di ricostruzione del crociato anteriore, questa è un po’ più complessa per due motivi molto concreti e pratici:
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Perché si deve lavorare nella parte posteriore del ginocchio che è più difficile da raggiungere con gli strumenti e la telecamera (gli accessi artroscopici sono anteriori)
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Perché essendo un’operazione meno praticata a livello globale, il chirurgo ortopedico, generalmente, non ha la stessa dimestichezza e gli stessi automatismi che si instaurano con l’operazione del LCA che si esegue molto più spesso.
Più rara dunque, ma non per questo meno fastidiosa per il dolore al ginocchio che causa, la rottura del crociato posteriore è una condizione che va trattata con attenzione per consentire al paziente di recuperare la piena funzionalità (tramite intervento chirurgico per la ricostruzione o un semplice tutore per la terapia conservativa) nel modo migliore e nel minor tempo possibile.