Protesi all’anca e ginocchio per artrosi: anestesia e degenza
Quale anestesia si sceglie per gli interventi di protesi all’anca e ginocchio per artrosi? Quanti giorni di degenza e quali i tempi di recupero necessari? Scopriamoli insieme
L’evoluzione dell’artrosi dell’anca e del ginocchio può portare le persone affette da queste patologie a doversi sottoporre a interventi chirurgici per l’impianto di protesi. Attualmente, questa risulta infatti la soluzione più efficace per ridurre il dolore, permettendo conseguentemente all’articolazione di riprendere una buona funzionalità.
La coxartosi, comunemente conosciuta come artrosi dell’anca, consiste in una graduale usura della cartilagine presente tra l’osso del bacino (acetabolo) e la testa del femore, andando nel concreto a eliminare quella parte che dovrebbe fungere da ammortizzante e lubrificante, lasciando il posto a sfregamenti dolorosi e sempre più difficoltosi, con una progressiva riduzione della qualità della vita. (Scopri quali sono i sintomi di artrosi all’anca).
Allo stesso modo, il problema legato alla perdita di cartilagine del ginocchio (gonartrosi), comporterà uno sfregamento doloroso delle ossa interessate (femore, tibia e rotula). Questo costringe i giunti a una situazione insostenibile per il paziente, rendendo necessario il ricorso a una protesi.
Vediamo ora quale tipo di anestesia si utilizza per l’impianto di protesi all’anca e ginocchio…
Quale anestesia viene utilizzata per l’impianto di protesi all’anca e ginocchio?
Gli interventi per l’impianto di protesi all’anca e ginocchio possono essere eseguiti sia in anestesia generale che periferica, mediante ricorso a peridurale o spinale. La scelta verrà fatta dal chirurgo e dall’anestesista tenendo conto di una serie di fattori, quali:
- Stato di salute del paziente al momento dell’intervento
- Eventuali patologie da cui lo stesso è affetto
- Conformazione della colonna vertebrale del paziente
- Assunzione recente di farmaci o necessità di ricorrere quotidianamente ad alcuni di essi
- Allergie note a farmaci e alimenti
- Problematiche legate all’assunzione di alcool, fumo e droghe
- Anestesie pregresse ed eventuali complicazioni occorse
- Casi familiari di reazioni avverse a farmaci
- Esperienza dell’anestesista ed eventuali protocolli di gestione ospedalieri
Solitamente, quando si opta per l’anestesia generale lo si fa per problemi legati alla coagulazione del sangue oppure alla colonna vertebrale che potrebbero ostacolare l’esecuzione e la diffusione dell’anestetico. Inoltre questa scelta riduce, secondo alcuni anestesisti, il rischio di trombosi non determinando una vasodilatazione. In questo caso il paziente durante tutto l’intervento non sarà cosciente e costantemente monitorato.
In alternativa si potrebbe optare per il ricorso all’anestesia peridurale. Questa prevede la desensibilizzazione di una parte del corpo mediante il blocco dei nervi del midollo spinale andando di fatto a eliminare qualsiasi sensazione di dolore. L’iniezione dell’analgesico avverrà mediante un catetere posizionato per l’appunto nello spazio epidurale; la puntura viene effettuata tra due vertebre.
Altra soluzione loco-regionale, al giorno d’oggi la metodica più usata, è l’anestesia spinale (o, più correttamente, anestesia subaracnoidea) che prevede un’iniezione dell’anestetico all’interno del sacco durale. Questa soluzione risulta però sconsigliata in pazienti affetti da particolari patologie a carico del sistema nervoso centrale e, ancora, in pazienti con gravi patologie della colonna vertebrale nelle quali risulta troppo difficoltosa l’iniezione dell’anestetico tra le vertebre.
Di norma gli interventi di impianto di protesi ad anca e ginocchio hanno una durata variabile da 45 minuti a 2 ore.
Degenza post operatoria: quali sono i tempi di recupero dopo l’impianto?
La degenza in reparto di ortopedia in seguito all’intervento ha solitamente una durata compresa tra i 4 e i 6 giorni, periodo durante il quale il paziente potrebbe soffrire di dolori post-operatori comunque superabili con appositi antidolorifici.
Dopo la dimissione dal reparto di ortopedia è consigliabile il trasferimento presso un reparto di riabilitazione per una progressiva rieducazione al passo, specialmente nei pazienti anziani che non camminavano più da qualche tempo.
Chi si sottopone a un’operazione per l’inserimento di una protesi all’anca potrebbe tranquillamente ritrovarsi in piedi già dopo poche ore dall’intervento. Questo però dipende da molti fattori intra e pre-operatori, come ad esempio la qualità dell’osso e dei tessuti molli. In seguito alle dimissioni si potrà poi procedere con la riabilitazione, impiegando stampelle per un periodo variabile dalle 2 alle 4 settimane, fino alla completa ripresa.
In seguito invece all’inserimento di una protesi al ginocchio le tempistiche per il recupero saranno leggermente più lunghe, più o meno dalle 4 alle 6 settimane minimo. Periodo durante il quale, oltre a sottoporsi a esercizi fisioterapici con ginnastica riabilitativa per recuperare la normale funzione articolare, bisognerà spostarsi impiegando le stampelle.
La durata delle attuali protesi impiantate varia dai 10 ai 20-25 anni per quelle alle anche e dai 10 ai 20 anni per quelle alle ginocchia, in base a numerosi fattori tra cui, in primis, l’integrazione dell’impianto con l’osso del paziente e lo stile di vita del paziente. In ogni caso risulta necessario sottoporsi a controlli periodici (con visita e radiografie) per valutarne lo stato.