TENDINITE DELLA ZAMPA D’OCA

Cause, sintomi, diagnosi e trattamento

La tendinite della zampa d’oca è un’infiammazione dolorosa comune e non sempre riconosciuta dai medici in sede diagnostica. Talvolta può anche essere confusa dal paziente o dal medico con una patologia del menisco mediale. I muscoli della zampa d’oca, che decorrono nella porzione posteriore e interna della coscia e si inseriscono sulla tibia, sono responsabili del movimento di flessione ed intra-rotazione del ginocchio e partecipano al movimento di accavallamento delle gambe.

Questa patologia colpisce il tendine comune dei tre dei muscoli della zampa d’oca, sartorio, gracile e semitendinoso, nel punto in cui si inseriscono sulla faccia interna della tibia, all’altezza del ginocchio. Il nome di questa patologia deriva dalla forma di questo tendine, che ricorda quella della zampa di un’oca.

I soggetti che ne soffrono sono di solito:

  • sportivi
  • donne di mezza età
  • persone in sovrappeso
  • persone con ginocchia valghe o tendenti al valgismo
  • pazienti con degenerazione artrosica del ginocchio

La causa di questa patologia è l’infiammazione dei tendini della zampa d’oca alla loro inserzione tibiale, dovuta a sovraccarico in alcune attività sportive come nei saltatori, giocatori di pallavolo e basket, calciatori e in attività lavorative dove si sforza il ginocchio.

Aumenta di frequenza con l’invecchiamento, soprattutto in donne con ginocchia valghe e sovrappeso.

Spesso a creare dolore in tale sede si aggiunge anche la borsa della zampa d’oca – cioè un cuscinetto tra i tendini della zampa d’oca e l’osso, costituita da tessuti molli – che ha la funzione di diminuire l’attrito nella regione mediale del ginocchio, nel punto di inserzione dei tendini.

Il sintomo principale è il dolore al lato interno del ginocchio, causato dall’irritazione dei tendini dei muscoli sopra citati.

La tendinite della zampa d’oca provoca con frequenza dolore notturno, più caratteristico della semplice dolorabilità locale. Raramente compare gonfiore nella regione mediale e inferiore del ginocchio.

A volte il dolore si presenta in maniera acuta dopo che il paziente è stato a lungo fermo, come quando ci si alza da una sedia dopo un periodo di riposo.

Se la patologia e i relativi sintomi si cronicizzano, il persistere del dolore porta il soggetto a zoppicare nella deambulazione.

A parte quindi la dolorabilità e, qualche volta, il dolore di fine corsa provocato dall’estensione del ginocchio, non sono evidenti segni di patologia dell’articolazione del ginocchio.

La diagnosi è quasi esclusivamente clinica (cioè mediante una visita specialistica).

Bisogna effettuare una diagnosi differenziale con le lesioni del menisco mediale e con la lipodistrofia della faccia mediale del ginocchio – cioè un processo infiammatorio del tessuto adiposo sottocutaneo, frequente nelle donne con problemi di sovrappeso nel periodo climaterico (inteso come quel periodo della vita umana in cui accadono mutamenti organici fisiologici come premenopausa, menopausa). Si deve fare diagnosi differenziale anche con l’edema midollare osseo del condilo femorale e piatto tibiale mediale: questa patologia colpisce entrambi i sessi, più frequentemente dopo la 4^ decade, ed è dovuta ad un accelerato turnover metabolico dell’osso.

La cura è sempre conservativa!

Innanzitutto, in caso di sovraccarico, si deve stare a riposo.

La fisioterapia è sicuramente la terapia primaria per la tendinite della zampa d’oca, passando dalla crioterapia, alla tecar, al laser e numerosi altri trattamenti locali.

La terapia farmacologica sistemica è poco efficace essendo i tendini poco vascolari. Sono sicuramente più attivi quando si associa una borsite.

Infiltrazioni locali con corticosteroidi sono efficaci ed importanti, ma da effettuarsi con cautela perché non prive di complicanze.

Importante associare una terapia riabilitativa con allungamenti della muscolatura ischio-crurale e tonificazione muscolare sia dei flessori che dell’apparato estensore del ginocchio.

Interventi sono da effettuarsi in via del tutto eccezionale, come in presenza di un igroma della borsa della zampa d’oca non rispondente a tutte le terapie conservative.