Protesi d’anca: i movimenti da evitare con un impianto protesico
Quali sono i movimenti da evitare (nel periodo post-operatorio e non solo) per non correre il rischio di lussazione della protesi all’anca
Se li conosci, li eviti. In questo articolo vedremo quali sono i movimenti da evitare dopo che ci si è sottoposti ad un intervento di chirurgia protesica all’anca. Vedremo inoltre dei consigli per massimizzare i risultati e la durata nel tempo della protesi.
Iniziamo col dire che, dopo l’impianto di una protesi d’anca, è fondamentale che il paziente si sottoponga ad un periodo di riabilitazione che gli permetterà di ottimizzare i tempi di recupero e migliorare così il risultato a medio e lungo termine dell’operazione.
La riabilitazione post-operatoria serve infatti per riacquistare il tono muscolare a protezione della nuova articolazione dell’anca.
Questo significa che, specialmente nei primi 2-3 mesi post-operatori, il rischio di problematiche alla protesi è più elevato. Questo perché la protesi deve ancora essere “inglobata” nell’osso che “la fa come sua”; e perché serve qualche tempo per rafforzare la muscolatura ed avere così un buon controllo dell’arto.
Mi riferisco in particolare a pazienti con una grave artrosi dell’anca (coxartrosi) causante una importante limitazione funzionale con conseguente riduzione delle attività e calo del controllo muscolare.
La durata di una protesi d’anca moderna, gestita attraverso comportamenti e stili di vita corretti, di norma è superiore ai 20 anni, periodo dopo il quale può rivelarsi necessario un intervento di revisione della protesi.
Revisione della protesi: una precisazione importante
Gli interventi di revisione sono interventi molto complessi e impegnativi (per il chirurgo e per il paziente) i cui risultati funzionali sono inferiori rispetto al primo impianto della protesi. Per questo motivo preferisco rimandare sempre il più possibile l’intervento di protesizzazione fino a quando il dolore non è più gestibile e causante una disabilità quotidiana.
Questo al fine di ridurre il tasso di potenziali revisioni della protesi. Sempre a questo scopo, raccomando sempre prudenza nello svolgere le attività sportive una volta impiantata la protesi. Sconsiglio si eseguire sport con impatto al suolo potenzialmente traumatico (corsa prolungata, calcio, basket etc).
Oltre alla naturale usura dei materiali (ormai davvero di minima entità), una protesi d’anca può risultare fallimentare per altri motivi, in primis la lussazione. La lussazione della protesi d’anca è definita come la perdita dei corretti rapporti articolari tra la componente femorale e la componente acetabolare. Nella letteratura scientifica il tasso di lussazione dell’impianto è riportato tra 1-2% dei casi. Perché si lussa una protesi?
Una protesi si può lussare o perché è instabile a causa di una non ottimale angolazione delle componenti, oppure in seguito a traumi che sollecitano la neo-articolazione oltre i suoi limiti, oppure perché il paziente compie dei movimenti scorretti soprattutto nelle prime settimane dopo l’operazione.
Ecco come appare alla radiografia una protesi in sede (a sinistra) e la stessa protesi lussata (a destra). Si può notare che la testina sferica è uscita dal suo normale alloggiamento nella coppa acetabolare.
Protesi d’anca: perché affidarsi ad uno specialista nei migliori centri
Sicuramente è consigliabile eseguire l’intervento nei migliori centri per le protesi d’anca come gli Istituti Clinici Zucchi di Monza in cui opera il sottoscritto e altri professionisti ultra-qualificati.
Questo perché affidarsi ad uno specialista che si occupa quotidianamente di protesica implica una riduzione dei tempi operatori (che si traduce in minori sanguinamenti e minori rischi infettivi).
Inoltre, un chirurgo che quotidianamente impianta protesi è più “allenato” in questo gesto e quindi si è più garantiti su un ottimale geometria di posizionamento della protesi il che riduce drasticamente i rischi di lussazione. Per prevenire questo pericolo è altrettanto importante che l’ortopedico conosca e monitori lo stato di patologie muscolari e/o neurologiche al fine di scegliere il tipo di impianto più adatto per quel tipo di paziente.
I movimenti da evitare
Esistono 2 tipi principali di lussazione:
- La lussazione anteriore, maggiormente associata alla via di accesso anteriore mini invasiva e alla via laterale diretta.
- La lussazione posteriore, maggiormente associata alla via d’accesso posteriore / posterolaterale mini invasiva.
In breve, per prevenire la lussazione posteriore bisogna evitare l’eccessiva flessione e rotazione interna dell’anca (quindi evitare l’accovacciamento forzato).
Per prevenire la lussazione anteriore bisogna evitare l’eccessiva estensione e rotazione esterna dell’anca.
Per completezza riporterò i movimenti da evitare più comuni perché innescano i meccanismi sopra descritti.
- Non accavallare le gambe (per almeno 6-8settimane dall’intervento). Dopo queste prime settimane, si formerà una specie di cicatrice attorno alla protesi che la renderà più stabile e permetterà questi movimenti. Si tratta comunque di movimenti da eseguire sempre comunque con una certa cautela.
- Non portare il ginocchio a un livello più alto di quello dell’anca. Ciò implica non sedersi su sedute troppo basse (motivo per cui nelle prime settimane è consigliato l’utilizzo di un alzawater per sedersi in bagno).
Sono tante le circostanze potenzialmente “pericolose” nella vita di tutti i giorni: raccogliere un oggetto da terra, tagliarsi le unghie dei piedi oppure allacciarsi le scarpe sono solo alcuni esempi. La parola d’ordine è sempre la cautela.
Un altro elemento chiave del periodo post-operatorio è adottare uno stile di vita sano e seguire un regime alimentare equilibrato. Come abbiamo visto altre volte è fondamentale non aumentare di peso per non sovraccaricare l’articolazione e non compromettere così i risultati dell’intervento.
Una normale attività sessuale, che non preveda eccessivo contorsionismo, può essere ripresa già a 4-6 settimane dall’operazione.
Tutto questo non significa vivere con il timore di una lussazione, ma significa essere più consapevoli della propria condizione e massimizzare la riuscita dell’intervento. Basterà prestare un po’ di attenzione anche nei gesti semplici che possono causare un sovraccarico delle articolazioni. In caso di dubbi è sempre bene consultare un medico specialista.
E se si lussa, che succede?
Il paziente avverte una sensazione di cedimento e/o di scatto e successivamente dolore e un differente atteggiamento posizionale degli arti inferiori con difficoltà alla deambulazione. Lo specialista dovrà quindi riposizionare l’impianto (il termine tecnico è ridurre la lussazione) con una specifica manovra e quindi valutare se la manovra è sufficiente o se, permanendo instabile la protesi (cioè che tende a “entrare” e “uscire”), sarà necessario un re-intervento per riposizionare chirurgicamente le componenti protesiche.